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UNICAL: POLEMICHE SU MOSCHEA E SPAZI SOCIALI, IL COLLETTIVO DI AULA STUDIO LIBERATA RISPONDE

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Apprendiamo dell’esistenza di una nota pubblicata dalle organizzazioni giovanili legate alla peggiore destra di governo, che si prendono la briga di attaccare il nostro spazio e, nello specifico, la proposta di apertura di un luogo di culto per persone di fede musulmana all’interno dell’università, che abbiamo promosso su sollecitazione di studentesse e studenti nella scorsa settimana.

Rileviamo di essere ancora nei pensieri scomodi di certi soggetti, che da sempre osteggiano la nostra esperienza in maniera pretestuosa e senza sapere neanche di cosa parlano.

Sottolineiamo che la proposta dell’apertura di una moschea all’interno del nostro Campus risponde a un’esigenza manifestata ripetutamente da decine di studentesse e studenti, privi di luoghi dove poter professare liberamente le proprie pratiche di culto; crediamo che rispondere a questa esigenza sia fondamentale, specialmente in un Ateneo che fa della sua dimensione internazionale un vanto e in cui da anni una Cappella Universitaria è collocata al centro del ponte, alla portata di tutti gli studenti.

Capiamo bene che, per chi fa “politica” elargendo buoni omaggio nei locali e altri “favori” per alimentare la propria clientela, sia difficile comprendere il valore politico della libertà, che si tratti del diffondere una visione multiculturale nell’Ateneo o del promuovere socialità e approfondimento culturale con la sola forza dell’autogestione, come facciamo in Aula Studio Liberata da ormai più di 8 anni.

È proprio questo il senso di spazi liberi come il nostro: creare una discontinuità nella quotidianità monotona del Campus, parlare di ciò di cui nessuno parla, dare spazio alle proposte di chi non riceve ascolto da nessuno.

Se ne facciano una ragione.
In questa università continueranno a esistere spazi liberati, in grado di proporre un’alternativa ai ritmi frenetici e alla mercificazione della socialità e dei saperi dell’università-azienda.
Continueremo a dare voce alle esigenze della comunità accademica, senza nessuna distinzione religiosa, etnica, di genere o altro.