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NAPOLI CELEBRA LA MEMORIA DEI BEATLES E IL GENIO DI PEPPINO DI CAPRI: UN INTRECCIO DI EPOCHE, MUSICA E GRATITUDINE ESPRESSOSI ATTRAVERSO LA VOCE DELL’ARTISTA BRUNO PANUZZO

el cuore pulsante del Mediterraneo, dove l’eco della storia si mescola con il profumo del mare e il suono eterno della musica partenopea, si è tenuto un evento destinato a lasciare un segno nella memoria culturale europea: la celebrazione dei sessant’anni dai concerti italiani dei Beatles – Milano, Genova, Roma, 1965 – e, insieme, un omaggio sentito e vibrante a un’icona della musica italiana, Peppino di Capri. Organizzata dall’Official Beatles Fan Club Pepperland, la manifestazione ha avuto luogo nella vibrante Napoli, città simbolo di accoglienza, arte e bellezza. Tra ospiti d’onore, mostre fotografiche, performance dal vivo e testimonianze appassionate, l’evento si è trasformato in un ponte intergenerazionale tra la British Invasion e la tradizione melodica italiana. Ma è stato un momento in particolare ad accendere l’emozione dei presenti: il tributo ufficiale consegnato a Peppino di Capri, che nel lontano 1965 accompagnò i Fab Four nel loro tour italiano, condividendo con loro il palco in una combinazione quasi mistica tra rock britannico e canzone napoletana.

La targa celebrativa – consegnata direttamente da Luigi Luppola al figlio Edoardo, che ritira a nome del Maestro – è stata accolta con un sorriso carico di commozione e riconoscenza. Un piccolo oggetto, sì, ma denso di storia, ricordi e legami che travalicano i confini nazionali. Tra gli artisti che hanno reso omaggio a quella stagione irripetibile della musica mondiale, ha brillato la voce e la presenza di Bruno Panuzzo, interprete raffinato che ha saputo fondere la solennità della memoria con la freschezza dell’interpretazione. La sua esibizione ha percorso con delicatezza i solchi dei vinili dei Beatles, ma anche – e forse soprattutto – ha trovato una toccante profondità nel medley dedicato a Peppino di Capri. Un gesto artistico che è parso quasi una restituzione poetica, un grazie in note per tutto ciò che il Maestro ha rappresentato e continua a rappresentare per la musica italiana.

Panuzzo, nel condividere pubblicamente la propria emozione, ha espresso una “grandiosa soddisfazione”, non solo per l’onore dell’esibizione, ma per il significato umano e culturale racchiuso in quel palco, in quella targa, in quella città. “Essere parte di questo evento è stato come sfogliare un album fotografico collettivo”, ha dichiarato Panuzzo. “Ogni canzone, ogni immagine, ogni memoria ha raccontato non solo i Beatles o Peppino di Capri, ma noi stessi, il nostro Paese, la nostra Europa musicale.” Fondamentale, per la realizzazione dell’iniziativa, è stato l’impegno di Luigi Luppola, presidente dell’Official Beatles Fan Club Pepperland, figura di riferimento per tutti gli appassionati italiani del quartetto di Liverpool. Con tenacia e visione, Luppola, ha saputo trasformare un anniversario in una festa culturale transnazionale, dove la nostalgia ha incontrato la speranza e l’arte è divenuta veicolo di connessione tra mondi solo apparentemente distanti. L’omaggio a Peppino di Capri, nella sua sobrietà solenne, è sembrato infine raccontare qualcosa di più grande: la capacità della musica di creare ponti tra generazioni, stili, nazioni. Come se Napoli, per un giorno, fosse divenuta il crocevia ideale di due culture che, proprio attraverso il suono, continuano a parlarsi, capirsi e rispettarsi. In quel dialogo, tra le note di Yesterday e quelle di Champagne , tra Liverpool e Capri, tra sogni inglesi e sentimenti italiani, il pubblico ha riscoperto il potere universale della musica: essere memoria, essere futuro, essere umanità.​