Francesco Gentile: “Regionali a Siderno: alla fine abbiamo perso tutti…”
Da Sempre i giorni se seguono una tornata elettorale assomigliano tanto a quelli di calma apparente che si susseguono dopo una battaglia.
In tutti e due i casi, quando le artiglierie cessano di martellarsi e di martellare il territorio, arriva il tempo dei bilanci, arriva il tempo di capire e di far capire con trasparenza ed onestà intellettuale a tutti cos’è accaduto e soprattutto il perché è accaduto.
Partendo dal presupposto che da sempre in politica come in guerra c’è chi vince e conseguenzialmente c’è anche chi perde, (magari al ballottaggio ma perde),
da parte di chi la battaglia di turno l’ha combattuta servirebbe quantomeno una dimostrazione di trasparenza dialettale e numerica nei confronti del mondo esterno,
quel mondo reale che circonda circoli e segreterie di partito, quello stesso mondo che vive, che soffre, che sogna ,che nonostante tutto forte del suo passato cerca di guardare con fiducia e coraggio al futuro, quello stesso mondo che da chi scrive, da chi parla e da chi si dichiara soddisfatto, si aspetterebbe e meriterebbe , parole schiette, parole capaci di far capire a chi per i motivi più disparati è rimasto neutrale oppure ad un cittadino che magari dal 2005 risiede all’estero, (senza che quest’ultimo debba consultare i numeri di eligendo) chi ha vinto e chi ha perso.
Purtroppo, nonostante i molti sorrisi, (alcuni veri altri un po’ meno), guerra e politica non sono come una partita di calcetto tra amici dove può accadere anche che si pareggi e dove giustamente alla fine tutto si conclude con una cena ed immancabile appuntamento per la rivincita della settimana successiva.
Oggi nei fatti ed anche all’interno negli scritti, i risultati che vengono narrati , più o meno da tutti i contendenti come breccia di Porta Pia ed accompagnati dagli ormai intramontabili e scontati sentimenti di autosoddisfazione istituzionale, a tratti non c’è quella chiarezza scandita da parole semplici e comprensibili a tutti e questo quando si opera all’interno di un territorio svilito che rischia di dimenticare la sua storia recente potrebbe creare confusione.
La stessa confusione che molte volte nella storia eserciti sconfitti hanno creato attraverso allagamenti e fumo utili non a riorganizzarsi per contrattaccare e ribaltare gli eventi ma a coprire ritirate disastrose, utili a loro volta solo per ritardare il più possibile il collasso totale di organizzazioni e governi che a parole erano l’Inter del Triplete ma nei fatti assomigliavano molto di più a quella di Tardelli, (la stessa capace di perdere un derby 0-6 per intenderci) .
Convinto che ognuno debba fare autocritica, partendo in primis da se stesso e poi analizzando i dati storici emersi dalle urne elettorali nel luogo dove egli risiede, ha i suoi affetti, dove ha forgiato attraverso gli insegnamenti delle generazioni passate i suoi valori e magari dove ha anche i suoi interessi, in una tranquilla notte d’inizio autunno, una di quelle notti in cui non si riesce a dormire, perché anche grazie agli ultimi eventi il passato ha deciso di venire a bussare alla porta, per capirci qualcosa in più ho deciso di fare due calcoli, andando a confrontare i dati storici dell’ultimo ventennio riguardanti le elezioni regionali vissute da Siderno come soggetto politico, confrontando le regionali del 2005 e del 2025,
partiamo dai risultati finali emersi in generale:
- 2005 Agazio Loiero batte nel derby Catanzarese Sergio Abramo;
- 2025 Roberto Occhiuto governatore uscente batte un Nicola Tridico chiamato d’urgenza da Bruxelles per guidare una parte politica rimasta frastornata, attonita, impreparata, a corto di idee e soddisfazioni da esprimere, d’innanzi alla mossa politica dell’ ex nonché attuale Presidente di dimettersi e ricandidarsi, non si trattasse di politica regionale sembrerebbe di rivivere lo sbarco in Normandia, quando ad alleati già sbarcati, spiagge perse e con il nemico che stava dilagando nelle pianure francesi, dalla Germania (dove si era recato per il compleanno della moglie) venne richiamato urgentemente il Feldmaresciallo Rommel il quale con le dovute distinzioni date dagli eventi storici menzionati poté fare ieri in Normandia quello che Tridico oggi ha cercato di fare in Calabria, contenere i danni.
Per quanto concerne i numeri specifici registrati nel tempo su Siderno, i dati sui quali meditare e ragionare (dati consultabili sul portale Eligendo) sono i seguenti:
- alle regionali del 2005 su 15.464 aventi diritto al voto si recarono alle urne 9.955 elettori, il 64,38%,
- alle regionali del 2025 su 16.661 aventi diritto al voto alle urne ci siamo presentati in 6.853 il 41,13%
dati alla mano con:
- 197 probabili elettori in più nel 2025 ci sono stati ben 3102 votanti in meno rispetto al 2005.
I numeri (che in politica qualcosina almeno nel mio paese contano) sono questi, sono impietosi, sono di una spietatezza gelida e sicuramente di fronte a questi numeri non ci possiamo permettere di dichiararci soddisfatti esprimendo al contempo sentimenti di giubilo e coesione.
Dal 2005 ad oggi la politica cittadina, o ciò che ne resta se confrontata a quella del passato, oppure quella che oggi coraggiosamente dopo essere stata fatta ingiustamente a pezzi e data in pasto ai leoni (molto spesso da tastiera) sta cercando di riorganizzarsi, è riuscita a perdere 12,92 elettori al mese, altro dato sul quale certamente nessuno se proprio non vuole riflettere in silenzio può esprimere soddisfazioni.
Scendendo di più nel dettaglio, per quanto concerne i voti delle liste dove erano presenti candidati al consiglio regionale residenti allora come oggi a Siderno il dato è ancora più sconfortante.
Oggi la lista più votata dell’intera città è stata premiata dagli elettori con un risultato record di 1808 voti,
ovviamente negli ultimi 20 anni la politica è cambiata, molti partiti si sono fusi creando nuovi soggetti politici,
in questo caso nel 2005 gli antenati del partito che ha Siderno oggi ha preso 1808 voti di lista, di voti ne raccolsero ben 2560+554 per un totale di 3114, calcolatrice in mano ben 1306 voti in più, ma c’è stato un crollo ancora più triste e fragoroso, infatti a livello numerico il dato più tragico e drammatico dell’intera vicenda è la fine delle anime socialiste cittadine che nel 2005 a Siderno riuscirono non a candidare ma ad eleggere 2 consiglieri regionali:
- il primo nel centrosinistra con 2512 voti di lista,
- il secondo nel centrodestra con 1124 voti di lista,
essere eletti all’epoca era molto difficile, non esisteva la doppia preferenza e nella Siderno d’inizio millennio fu difficilissimo perché ai nastri di partenza di candidati al consiglio regionale se ne presentarono 4.
Oltre ai 2 eletti, provenienti dalla tradizione socialista, che con 3636 voti (qualcosina in più del doppio della lista che a Siderno nel 2025 è arrivata prima) nei fatti confermarono la forza di un partito che, grazie ai suoi straordinari interpreti, al radicamento territoriale, al seguito che esso riuscì a conquistarsi tra la gente della quale condivideva sogni e valori, partito che per decenni ha scritto la storia di Siderno facendola crescere e proiettandola verso il futuro,
le liste collegate agli altri competitor di voti ne portarono a casa rispettivamente 2560 e 859.
Rimanendo e volendo chiudere questo pensiero condiviso, su Siderno forse non ci sarebbero molte soddisfazioni da esprimere, perché guardando indietro nel tempo , abbiamo perso tutti, oppure ci hanno fatto perdere:
- c’è chi ha perso 1306 voti ma al contempo esprime grande soddisfazione,
- c’è chi purtroppo come me ha perso un partito, partito che era una delle anime della politica cittadina, partito che oggi non esiste più e le cui spoglie a livello nazionale riposano in uno sgabuzzino freddo, umido e dimenticato all’interno di un condominio politico che con il senno di poi (salvo qualche nobile esempio) più che ad un soggetto riformista unitario assomiglia ad un soggetto affetto da Disturbo dissociativo dell’Identità, purtroppo.
Un vecchio proverbio dice “I morti si contano alla fine della guerra”, sperando che la fine sia già arrivata magari senza che nessuno di noi nonostante le ferire riportate se ne fosse accorto,
alla fine di una guerra tutti ne escono sconfitti ed anche se nessuno vuole ammetterlo una guerra in eredità lascia solo macerie .
Nel nostro caso alla fine ha perso Siderno che dal 2005 al 2025 ha perso:
- 2 consiglieri regionali,
- è stata ingiustamente commissariata 2 volte non 3 come molti cercano di dire ma due (la terza è stata una crisi politica avvenuta nel 2010),
- ha di nuovo perso Siderno che dal 2011 ad oggi si è vista cancellare una delle migliori classi politiche dell’intera regione, una classe politica che con pregi e difetti, molto spesso partendo da posizioni diametralmente opposte sapeva confrontarsi per far crescere il territorio poiché provenendo da tante tradizioni diverse ma che si completavano vicendevolmente doveva sempre trovare una sintesi attraverso il confronto e la dialettica a tratti aspra ma mai irrispettosa delle altrui idee.
Ed infine hanno perso ma di brutto quelle idee che politiche non sono, quelle idee che basano la loro forza propulsiva sull’emotività del momento, quelle idee che pensano di poter crescere guardandosi allo specchio e ripetendosi con aria soddisfatta “non siamo molto ma siamo tutto quello che abbiamo”, quelle idee distorte che a convenienza hanno esultato, hanno fatto esultare personaggi minori ed hanno vergognosamente speculato a livello umano e personale su problemi e drammi altrui, problemi e drammi che fortunatamente sono stati passeggeri, mentre “valori” come la mediocrità che si sente grandezza poiché in un determinato momento gareggia da sola restano per sempre.
Guardando al futuro Siderno c’è stata prima e ci sarà dopo molte generazioni di Sidernesi, molto presto arriveranno giorni nei quali si dovranno fare delle scelte serie e marcate, molto presto ci sarà un bivio ed ognuno di noi allora sarà di fronte ad una scelta da fare, una scelta che determinerà il futuro di una città simbolo del territorio, una città che non si può più permettere di guardare al passato con nostalgia ma che deve ricominciare a guardare al futuro con coraggio e passione proprio come sapeva fare sino ad un ventennio fa quando forte della sua storia trovava sempre il coraggio di osare. .
Francesco Gentile