CalabriaNews

Franco Crinò: “Riflessione su Saverio Zavettieri e la politica”

La strada percorsa con Saverio Zavettieri

Saverio Zavettieri diventa segretario regionale della CGIL della Calabria, sindacato in cui convivono la componente comunista, più numerosa, e quella socialista.

Uno spazio importante nel percorso più generale dell’unità, battuta o elusa dai due principali partiti della sinistra.

L’unità a sinistra è una questione irrisolta, “sporcata” da frasi crude (una su tutte «Matteotti pellegrino del nulla» di Gramsci) e da scene di trascurato buongusto (i fischi rivolti a Berlinguer al Congresso del Psi di Verona o l’assenza totale dei dirigenti del Partito Democratico ai funerali di Ottaviano Del Turco, socialista, uno dei fondatori del PD), dove l’unità è sottratta in realtà e più concretamente da programmi e alleanze differenti. E le ragioni, si può dire, si sono rivelate più di frequente dalla parte dei socialisti!

La guerra contro Craxi, un leader di prima grandezza nazionale e internazionale, da parte del maggiore partito della sinistra, ha trovato sponde evidenti in pezzi di magistratura politicizzata. Il senatore Giovanni Pellegrino, Presidente della Commissione stragi, raccolse la confidenza del suo segretario, Massimo D’Alema («Mi ha detto Luciano Violante che a noi non ci toccano…»). Risultati di quella orribile stagione? Una rivoluzione rivelatasi falsa, una stagione costituente persa e sprecata, il trattamento “speciale” riservato a Bettino Craxi nei processi, Veltroni che prende nel suo campo Di Pietro e i suoi colleghi del pool di Mani Pulite.

Con Saverio Zavettieri, passato poi in Parlamento, in ruoli di partito, nella Giunta della Regione Calabria, abbiamo condiviso molte “battaglie di libertà” (è il bel titolo del suo libro).

Zavettieri era seduto accanto a Craxi durante lo “storico” intervento del segretario del PSI alla Camera di denuncia del sistema non regolare di finanziamento di tutti i partiti.

In quella legislatura a Zavettieri non era stata garantita la nomina nella Commissione Parlamentare Antimafia: «Napolitano ci sollecitava di favorire altre indicazioni» la spiegazione che veniva da Via del Corso.

La Giustizia giusta: invochiamo un Potere dello Stato, quello della Magistratura, non infallibile ma attento, a partire dalle indagini preliminari delle inchieste.

Tanto più invochiamo l’attenzione e la correttezza di chi racconta i fatti, cioè da parte del sistema dell’Informazione.

Vogliamo parlare di casi recenti, di Africo, di via Matteotti? Deflagrò la voce che l’asfalto, lì, fosse impastato con rifiuti speciali e che, quindi, tanti cittadini venissero colpiti da tumore. L’Arpacal e il Registro Tumori dell’ASP smentirono ufficialmente quel dato.

Vogliamo parlare dello scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro di San Luca, per nulla spiegabile?

Delle sentenze attese troppo a lungo, di consigli comunali sciolti inopinatamente?

Con Zavettieri abbiamo sempre fatto sentire la nostra voce, una collaborazione durata decenni, fino al 2008.

Servono riforme che garantiscano l’effettivo equilibrio tra i Poteri dello Stato, una ritrovata consapevolezza dei compiti della politica, il riconoscimento largo e convinto che la Magistratura tutta svolge nelle sue decisive funzioni con merito e imparzialità.

Quando ci siamo messi a ricostruire il Partito Socialista in Calabria abbiamo avuto successo: dall’azzeramento arrivammo a eleggere tre consiglieri regionali, un assessore, un senatore, realizzammo, specie nella Locride, una messe di voti per Gianni De Michelis, entrato a Strasburgo.

Che l’Assessore Zavettieri “plagiasse” il Presidente Chiaravalloti era l’accusa neppure sotterranea che pezzi della maggioranza di centrodestra facevano – nel libro di Saverio si leggono i nomi – e che preparò il “clima” nel quale maturò il micidiale attentato subito.

Chiaravalloti era un personaggio brillante, spesso insofferente rispetto ai passaggi della politica, Zavettieri era “padrone” dei temi, un “tutto politico”, e l’intesa non era facile. Anzi, Il Presidente, alla conclusione del primo anno, era pronto a escluderlo dalla Giunta. Insieme a Gianfranco Luzzo, Capo di Gabinetto del Presidente, rimarcavamo quanto Zavettieri conoscesse la politica, lavorasse sodo, fosse bravo a comunicare. Zavettieri ha gestito per tutta la legislatura le sue deleghe (Istruzione, Università, Beni Culturali) con grande qualità. Un dirigente capace di analizzare, di avere una visione, di legare territorio e scelte, partito e istituzioni.

Quell’incontro in Presidenza, quella firma di Chiaravalloti che “scoraggiammo”, li abbiamo raccontati di nuovo con Luzzo di recente.

In una lunga intervista a Francesco Kostner, che ha preceduto la pubblicazione del libro, Zavettieri risponde di aver rifiutato la proposta di Berlusconi di fare il Ministro: non ne avemmo contezza all’epoca, avremmo insistito perché accettasse, ne aveva il profilo, era un’offerta più importante di altre alle quali – noi altri interessati – avevamo pubblicamente rinunciato.

Così ci orientammo – è stato Saverio a volerlo fortemente – ad aderire alla stagione breve e inconcludente dell’Ulivo di Romano Prodi.

Tuttavia la politica è complicata e Saverio Zavettieri lo sa molto bene. Del resto “per tanti uomini che la fanno esiste una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni” ha scritto Guido Morselli.

Franco Crinò